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A Roma gli stati generali della pasta e del grano duro

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In un mondo che ha sempre più fame di pasta, con la produzione globale raddoppiata negli ultimi 20 anni fino a toccare i 14 milioni di tonnellate, quasi 1 piatto di pasta su 4 mangiati nel mondo viene oggi realizzato in un pastificio italiano. E, secondo i dati di Unione Italiana Food, anche nel 2024 l’Italia ha confermato il suo primato in tema di produzione, esportazione e consumo di spaghetti&co.

Un primato che i pastai italiani hanno costruito grazie a secoli di esperienza nell’arte pastaria e alla capacità di ricercare e selezionare per il loro prodotto il miglior grano duro disponibile. Le strategie per mantenere e rafforzare questo ruolo e definire le priorità per il futuro sono state al centro del dibattito del World Durum and Pasta Forum, l’evento internazionale dedicato ai mercati del grano duro e della pasta alla sua seconda edizione, che ha riunito a Roma 200 stakeholder tra pastai, mugnai, mondo agricolo, analisti di mercato, rappresentanti delle istituzioni e della filiera del grano duro italiana e internazionale della pasta.

Secondo Unione Italiana Food, con oltre 4 milioni di tonnellate di pasta prodotte nel 2024 (+5% rispetto al 2023), un export che rappresenta quasi il 60% della produzione e tocca oltre 200 paesi e un fatturato di 8,7 miliardi di euro, l’industria pastaria italiana si conferma un asset strategico dell’agroalimentare italiano nonostante uno scenario caratterizzato da pesanti dazi all’export in USA, inflazione, conflitti, aumento dei costi delle materie prime e cambiamenti climatici che influenzano i raccolti del grano duro.

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