Fieri di essere italiani per i nostri monumenti, l’arte, le bellezze paesaggistiche e naturali, la grande produzione letteraria. Ed anche per essere senza dubbio il Paese della pasta. Nonostante lo scenario di incertezza, non si arresta la passione globale per la pasta.
La produzione mondiale ha superato i 17 milioni di tonnellate e l’Italia mantiene la leadership mondiale con circa 4,2 milioni di tonnellate prodotte nel 2024. I connazionali sono i più grandi consumatori con 23,3 chili annui pro-capite, ma quasi il 60% della produzione di pasta italiana finisce sulle tavole di tutto il mondo, con un export che tocca oltre 200 Paesi.
La pasta per gli italiani non rappresenta soltanto un patrimonio economico, bensì si rivela motivo di orgoglio nazionale, un elemento culturale e identitario fortemente rappresentativo del Belpaese.
Secondo una ricerca demoscopica commissionata in queste settimane dai pastai di UIF (Istituto AstraRicerche, metodo cawi, 1.020 interviste online ad un campione rappresentativo di italiani 18-70enni) per 8 italiani su 10 è simbolo indiscusso dell’italianità, nonché ambasciatrice del Made in Italy per la quasi totalità del campione (96,6%).
Non solo: la pasta si posiziona nella Top 5 degli elementi che rendono gli italiani fieri di esserlo (45%), insieme a monumenti (84,9%), arte (75,8%), paesaggi naturali (73,6%) e letteratura (69,2%), addirittura più della musica (39,6%), dell’opera lirica (34,6%) e dello sport (27,3%).
I dati della ricerca sono stati resi noti in occasione del World Pasta Day 2025, l’evento voluto da Unione Italiana Food insieme all’International Pasta Organisation (IPO) che ogni anno il 25 ottobre celebra il piatto simbolo della condivisione e della convivialità, per indagare l’orgoglio nazionale tra gli italiani e il ruolo giocato dalla pasta nella definizione del senso di appartenenza.
“Per gli italiani la pasta è una questione di appartenenza e motivo di orgoglio. Questa ricerca lo conferma e arriva in un momento politicamente delicato – spiega Margherita Mastromauro, Presidente dei Pastai Italiani di Unione Italiana Food – Il comparto della pasta è un pilastro della nostra economia e della nostra identità culturale. Ogni misura che ne ostacola la competitività sui mercati internazionali rappresenta una minaccia non solo per le imprese, ma per l’intero sistema del Made in Italy.
Nel complesso quadro geopolitico che ci troviamo ad affrontare, segnato anche dal rischio di extra-dazi da parte del Dipartimento del Commercio americano, questa 27esima edizione del World Pasta Day assume un grande significato simbolico: ci ricorda cosa la pasta ha rappresentato e rappresenta ancora oggi nel nostro Paese e nel mondo sul piano economico, culturale e sociale. Ed è sicuramente un valore e una risorsa che vanno tutelati”.


