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Pasta, da 50 anni protagonista dei menù degli sportivi

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Sono passati quasi 50 anni da quando, a Montréal 1976, la pasta fece il suo ingresso ufficiale nel mondo dell’alimentazione sportiva, rivoluzionando le abitudini degli atleti. Oggi persino il Comitato Olimpico USA evidenzia che un basso intake di carboidrati peggiora la performance sportive.

Ha celebrato la ricorrenza l’ultimo appuntamento (11 giugno) del ciclo di incontri “Let’s Talk About Food & Science” promosso dal Gruppo Barilla, che ha visto esperti di nutrizione e campioni sportivi in un dibattito su pasta&sport, tra nuove evidenze scientifiche e falsi miti che continuano a trovare terreno fertile anche in Italia.

“La pasta ha sempre fatto parte della mia alimentazione e nei periodi di gara ne mangiavo anche oltre mezzo chilo al giorno”, racconta Filippo Magnini, due volte campione del mondo. “Solo nei momenti di pausa la riducevo a 80-100 grammi, ma non l’ho mai eliminata. Senza la giusta ‘benzina’ la ripartenza era più faticosa. Ricordo che i giapponesi portavano il fornellino in piscina per cuocersi la pasta in bianco tra una gara e l’altra!”

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