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Il settore pastaio tiene la barra in un anno difficile

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Il 2025 delinea ormai i preconsuntivi. La produzione industriale aggregata, malgrado il leggero recupero di settembre (+1,5%), evidenzia sui primi nove mesi un -0,7% sullo stesso periodo 2024.

Ne deriva che (escludendo la caduta anomala del 2020 legata alla pandemia e poi il rimbalzo speculare del 2021) la produzione industriale complessiva potrebbe chiudere l’anno con un marginale segno negativo, confermando una discesa costante da sei anni, con la sola eccezione del modesto +0,5% emerso nel 2022.

Nello specifico, la produzione alimentare continua comunque a smarcarsi in positivo: ha segnato infatti sui nove mesi un +2,2% tendenziale. Essa potrebbe chiudere il 2025, quanto meno, con un tasso molto prossimo al +1,8% registrato nel 2024. Al suo interno, la produzione pastaia dei nove mesi ha fatto meglio, con un +2,9. Il comparto potrebbe chiudere l’anno così con una variazione prudenziale attorno al +2,5%, confermando a sua volta un tasso produttivo premiante rispetto all’industria alimentare nel suo complesso.

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