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L’Ungheria blocca le esportazioni di cereali

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L’Ungheria sospende l’export di grano. Giansanti: “Va respinto qualsiasi tentativo di protezionismo alimentare”

L’Ungheria e la Bulgaria hanno deciso di sospendere le esportazioni di grano per contenere i prezzi interni e assicurare i rifornimenti interni.

Dall’Italia, dove è necessario già far fronte al mancato arrivo di grano tenero da Russia e Ucraina, gli appelli alla Commissione europea si moltiplicano.

«Spetta alla Commissione europea il compito di assicurare il regolare funzionamento del mercato unico. Va respinto qualsiasi tentativo di ‘protezionismo alimentare’ tra gli Stati membri dell’Unione», sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, dopo la decisione del governo ungherese: «Anche la Bulgaria — aggiunge Giansanti — ha stabilito di aumentare per precauzione gli stock pubblici di cereali per un ammontare di 1,5 milioni di tonnellate, con il risultato pressoché scontato di ridurre i volumi delle vendite all’estero».

Anche Filiera Italia chiede l’intervento dell’Ue. Luigi Scordamaglia ricorda che l’Italia ogni anno importa dall’Ungheria oltre 600 milioni di euro di cereali ( dato 2021) in prevalenza grano e poi mais. «Un dato fortemente preoccupante se aggiungiamo che dall’Ucraina importiamo 190 milioni di euro di tali prodotti come Italia e che la chiusura del Mar Nero e le tensioni nella logistica e nei container globali stavano già interrompendo i flussi di approvvigionamento del mercato».

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