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Un Museo per valorizzare la pasta dalla materia prima alla sua produzione

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Quali sono le motivazioni alla base della rifondazione del Museo nazionale delle paste alimentari?
«La rifondazione del Museo Nazionale delle Paste Alimentari nasce da una profonda consapevolezza dell’importanza di preservare e valorizzare il patrimonio culturale legato alla pasta italiana. L’originario Museo affonda le proprie radici nel 1990, quando il legame secolare tra la famiglia Agnesi e il pastificio Agnesi si dissolve completamente a seguito della cessione dell’azienda ad altro soggetto. Nel 1991, per opera primariamente di Eva Agnesi, viene costituita la Fondazione Vincenzo Agnesi che annovera tra i suoi obiettivi statutari quelli di promuovere e valorizzare la pasta italiana nel mondo e svilupparne e mantenerne vivo l’aspetto storico-istituzionale attraverso la costituzione di un Museo dedicato. Così, Eva Agnesi acquistò Palazzo Scanderbeg a Roma e da lì a qualche anno aprì le porte al Museo Nazionale delle Paste Alimentari che ottenne uno strepitoso successo in termini di affluenza, conquistando oltre 200.000 visitatori da tutto il mondo fino alla sua chiusura nel 2007. In questo contesto, la rifondazione del Museo viene guidata dalla mission della Fondazione, con l’obiettivo futuro di creare un ponte tra passato e presente per riunire storia, tecnica e innovazione».

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